RECENSIONE - IO SONO TENEBRA
 
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Be’… a parte la tempestività della realizzazione recensoria, continuo a stupirmi per la capacità di Carlo Alberto Pari di cogliere il cuore delle questioni (in questo caso per nulla facile) e quindi trasformarlo in sintesi perfetta e autosufficiente. Autosufficiente nella misura in cui basterà leggere le scorrevoli righe per farsi un’idea quanto mai esaustiva di quello che si troverà nel romanzo. Come recensore Pari è veramente talentuoso. Se si considera che a volte è assai più difficile recensire un libro piuttosto che scriverlo. Lo ringrazio moltissimo. N@ndo 

Anno 2022

“Indipendentemente dal giudizio sullo scrittore, che è insindacabilmente soggettivo, di certo, l’originalità dei romanzi di Ferdinando Balzarro è fuori discussione, così come la razionalità delle considerazioni sulla vita, mai moderate, non certo accattivanti, spesso crude, qualche volta estreme, oggettivamente realistiche. “Io sono tenebra” è un romanzo, il cui titolo è esplicativo del contenuto. Racconta la vita, vista da una sfumatura estremamente inusuale, che crea nel lettore interesse, compassione, commozione e ansia. Soprattutto, porta a meditare su quello che diamo ogni giorno per scontato, quindi, poco prezioso. In realtà, nulla è lapalissiano nell’esistenza umana, tutto può variare in un attimo, non esistono sicurezze, siamo estremamente fragili ed indifesi, non solo di fronte alla natura, che comunque utilizziamo a nostro uso e consumo, deturpandola selvaggiamente, ma anche di fronte alla casualità degli eventi, o più banalmente, all’impossibilità di eludere le malattie o le menomazioni. Ruben è un non vedente dalla nascita. Descrivere ciò che vive una persona che non ha mai avuto il dono della vista, è opera improba, estremamente coraggiosa, che solo uno scrittore attento, realista fino alla pignoleria, può tentare. Ruben è un uomo bello, con significative disponibilità economiche, molti interessi, diversi amori che si susseguono nel buio della sua vita, fino a quando s’innamora di una donna povera, ma estremamente affascinante. Romina non è certo una moglie ideale, poco incline alla routine matrimoniale, troppo libera, troppo frustrata dalle pregresse differenze di vita tra lei ed il marito, in una parola: cinica. Tanto cinica, da farsi probabilmente odiare anche dal lettore. Quando il matrimonio arriva sull’orlo del naufragio, i coniugi sottoscrivono un patto, quasi commerciale, che porta alla nascita di Luce. Nei vent’anni successivi accadono tanti eventi, spesso tragici, contornati da sprazzi di estrema umanità. Il finale è drammatico, ma tenero, improbabile, ma auspicabile. Ruben e Luce, nel buio della vita, illuminati dall’amore. Il racconto è estremamente eccentrico, articolato e complesso il rapporto tra gli attori, magistrale la regia, ammalianti e persuasive le considerazioni sull’esistenza.”

Carlo Alberto Pari

 

 

 

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